SANA PAURA E SANA SPERANZA: Una riflessione sulla vita in questi giorni

Mai come in questo momento possiamo e dobbiamo sentirci tutti, dentro di noi, abitanti dello stesso Mondo. La tragedia Covid-19 ha avuto un impatto enorme sulla vita non solo di noi italiani, ma anche su tutti i cittadini del mondo, quel mondo che sembrava essere una locomotiva lanciata a tutta velocità, senza possibilità di fermarsi.

Più di ogni altra cosa, però, questa situazione di quarantena ci sta mettendo a contatto con noi stessi. Questo dal punto di vista psicologico è sicuramente un tema di grande attualità e che merita una riflessione, soprattutto per quello che possiamo fare per combattere questo nemico invisibile.

In questo momento veniamo a contatto con le nostre angosce e paure, rispetto a qualcosa che inconsciamente possiamo vivere come incontrollabile ed inaffrontabile, a maggior ragione in quanto invisibile. Possono essere accentuati aspetti del nostro carattere: se siamo ansiosi è facile che il nostro livello di attivazione generale sia più alto, tenderemo a guardare 10 volte il telegiornale, e così via.

Sicuramente un primo aspetto su cui bisogna fare leva e sottolineare con grande forza, per alimentare una sana e funzionale speranza, è che noi per primi siamo in grado di combattere attivamente questa “minaccia”. A costo di sembrare noiosi, il primo passo che dobbiamo compiere è quello di rispettare le norme del Ministero della Salute e rimanere in casa.

La permanenza in casa è certamente una condizione molto inusuale per molte persone, data la vita frenetica e dinamica che vivevamo prima di questa pandemia. Per cercare di fronteggiare nel miglior modo possibile questa situazione si può, innanzitutto, cercare di mantenere certe abitudini ordinarie, partendo anche solo dalla scansione oraria delle diverse attività della giornata e mantenere il più possibile la regolarità del sonno. Nei limiti delle strutture in cui viviamo, è anche consigliato svolgere una minima attività motoria, qualche piccolo esercizio, per tenere comunque il corpo in movimento.

Altro capitolo importante è quello che riguarda il “mantenimento del movimento” della nostra mente, che passa attraverso la gestione delle notizie che riceviamo dall’esterno e, non meno importanti, le informazioni che giungono da dentro di noi, cioè i nostri pensieri e le nostre emozioni, in particolare quelle negative.

Il capitolo informazione nell’epoca del digitale è molto delicato. Quotidianamente noi siamo bersagliati da una quantità smisurata di informazioni che ci raggiungono non solo attraverso la televisione, ma oggi anche da PC, tablet, smartphone… In questa iper disponibilità di notizie è altamente consigliato di non “abusarne”, quanto piuttosto dedicarsi due momenti della giornata per aggiornarsi, tenendo sempre come riferimento le fonti istituzionali (https://www.iss.it/, https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/).

Più articolata è la gestione delle nostre emozioni negative, in particolare la paura. Partiamo da un concetto basilare, ma fondamentale: una minima quota di timore è assolutamente sana e adeguata in questo momento. Infatti, la paura è un’emozione primaria, che in quantità minime è fondamentale per far sì che l’individuo si mobiliti. Per fare un esempio molto semplice, un minimo grado di paura è quello che ci attiva a rimanere in casa e ad informarci, se non ce l’avessimo, o la negassimo, ci comporteremmo in maniera disadattiva, facendo come se nulla fosse. All’estremo opposto, invece, troppa paura conduce ad un comportamento disorganizzato come l’assedio ai centri commerciali, favorendo in tal modo solo la diffusione del virus.

Un ultimo aspetto da tenere in considerazione è il come relazionarci agli altri in una convivenza forzata, condizione che esula dalla nostra quotidianità e normalità. Tra adulti il principio è sempre quello dell’ascolto reciproco, dei pensieri, delle emozioni e dei bisogni di tutte le persone che si trovano nello stesso ambiente, passando sempre attraverso un dialogo con uno scopo costruttivo. Nel rapporto con i bambini, invece, anche per spiegare loro cosa sta accadendo, ho trovato molto azzeccato l’articolo apparso sul Corriere della Sera del Dottor Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta: https://www.corriere.it/cronache/20_febbraio_23/caro-bambino-ecco-perche-coronavirus-ci-fa-tanta-paura-ma-tu-non-devi-temere-13e9f8c8-5636-11ea-b447-d9646dbdb12a.shtml?refresh_ce-cp.

Con relazioni intendiamo, ovviamente, anche quelle con le persone che non possiamo più incontrare fisicamente. Per questo motivo, è essenziale parlare e passare del tempo con la famiglia e gli amici. Avere restrizioni di movimento NON significa annullare la socializzazione, soprattutto oggi. Infatti, possiamo utilizzare videochiamate, Skype, Zoom e Whatsapp, che contribuiscono a farci sentire meno isolati.

Con queste modalità è ancora più importante parlare dei problemi con qualcuno di cui ci si fida e scegliere le persone con le quali avere un confronto empatico e costruttivo.

 

Per concludere, bisogna tenere sempre a mente che è necessario staccare la spina! Ricordarsi di parlare di altri argomenti, distrarsi e uscire dal loop di discorsi angoscianti e catastrofisti serve a rafforzarci.

 

Tentando quanto più possibile di seguire questi semplici consigli, potremmo vivere in maniera un po’ più digeribile questa quarantena, avendo sempre nella mente che queste sono le armi per sconfiggere questo nemico e tornare il più velocemente possibile alla nostra vita normale.

Dott. Matteo Palmieri

Psicologo- Psicoterapeuta

Collaboratore di AMO Nove Comuni Modenesi Area Nord – ODV

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